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5/10

Com'è bello far l'amore regia di Fausto Brizzi

Commedia
recensione di Matteo Triola

Andrea e Giulia sono una solida coppia di quarantenni, con un figlio adorabile, una bella casa e una tranquilla vita coniugale. Forse un filino troppo tranquilla...

Andrea e Giulia, infatti, come tutte le coppie della loro età con figli grandi, non fanno sesso. Ma nella loro vita tutto cambia il giorno in cui in casa piomba Max, un vecchio e caro amico di Giulia, che di professione fa il pornodivo.

Max stravolge subito i ritmi sonnacchiosi della casa e Giulia lo nomina da subito suo consigliere personale, nel tentativo disperato di rivitalizzare il suo matrimonio con Andrea.

 

In un primo momento si doveva chiamare Sex 3D, ma poi quell'astuto volpone del regista Fausto Brizzi - insieme ai suoi fidati compagni di avventura con i quali ha scritto la sceneggiatura del film, Marco Martani e Andrea Agnello - ha optato per Com’è bello far l’amore”. Dal fu regista di Notte prima degli esami, Ex, Maschi contro femmine e Femmine contro maschi arriva una commedia tutta in 3D. La prima, dicono in molti: ma a onor del vero c'era già stato un pallido, disastroso italico tentativo di girare in stereoscopic una commedia/parodia, con il Box Office 3D di Ezio Greggio. (Decisamente da dimenticare, avrà pensato l'ufficio stampa). Ma guai ad additare il film di Brizzi come un 3D convertito! Il regista ci tiene a sottolineare che ha spedito personalmente i suoi assistenti fin negli States per apprendere tutti i segreti della ripresa in diretta in 3 dimensioni (come è già successo per Avatar e Pirati dei Caraibi, tanto per citare alcuni esempi stra-noti).

E allora veniamo alla storia: un prologo un po' a sorpresa, in cui i fratelli Lumière ci vengono riproposti in una nuova veste – i padri del cinema devono essere per forza un po' voyeur, diciamolo pure – lo spettatore viene messo subito in contatto con la tematica del film. Pronti a girare per la loro prima ripresa, scopriamo che non di treno trattasi – come vuole la tradizione - bensì della loro bella cugina che si fa il bagno nuda. Più che il cinema, sembra che i Lumière abbiano individuato l'elemento dominante del linguaggio televisivo italiano! Ma andiamo avanti. Il legame sesso-settima arte è forte; talmente forte che più che al cinema d'autore "alla Bellocchio e Lars Von Trier" (così viene detto nel film), che annoia chiunque, gli spettatori in sala sarebbero più interessati a limonare. Questa almeno la tesi di Brizzi.

A questo punto, siamo introdotti alla storia vera e propria, dove Andrea e Giulia - impersonati da Fabio De Luigi e Claudia Gerini – sono due benestanti quarantenni ancora innamorati, ma quasi senza più rapporti sessuali. Tutto cambia però quando arriva a casa loro un vecchio amico d'infanzia di Giulia, Max (Filippo Timi) detto "twenty-five" - il riferimento è evidente! ci avranno studiato una notte intera gli sceneggiatori - pornodivo trapiantato in California; a cui presto si aggregherà un'altra pornostar, Vanessa (Giorgia Wurth). Il tutto-fare del materasso provocherà scompiglio, sia nella vita della coppia che in quella del loro figlio liceale (Alessandro Sperduti), innamorato di una bella coetanea che non sa come sedurre. E così, tra equivoci e situazioni più o meno piccanti, le cose troveranno una loro evoluzione.

Un po' nostalgico, con la sequenza-clou in cui nel locale di Max con striptease e dark room all-inclusive tutti finiscono a ballare il famoso lento del “Tempo delle mele”, e un po' trash, la commedia di Brizzi si trascina in una lenta agonia senza brio, tra citazioni platealmente rubate e rieditate per l'evenienza – per la precisione, mi riferisco al Ciclone di Leonardo Pieraccioni, nello sketch in cui il commesso di una farmacia qui interpretato da Lillo, del duo Lillo & Greg, illustra a un imbarazzato Fabio De Luigi l'uso di condom e altri gadget erotici – e finti battibecchi con chi di cinema ne sa davvero qualcosa (vedi Bellocchio &co.).

L'arte di arrangiarsi vale oggi più che mai per gli autori di commedie in Italia, e il cinema rispecchia inevitabilmente l'aridità dei nostri tempi. Ci si ritrova a parlare sempre dei soliti luoghi comuni, del marito tutto lavoro e famiglia, che inevitabilmente trascura la propria vita sessuale e la moglie. C'è la solita casa medio-borghese con giardino e domestica straniera incorporata - ma a Brizzi glielo hanno spiegato che la domestica in casa, probabilmente, oggi come oggi se la può permettere solo lui? - e altri cliché triti e ritriti che ormai non rispecchiano più nemmeno la realtà che ci riguarda. Quando il cinema perde i contatti con la vita reale, allora perde di senso e di potenziale. A meno che non si parli di cinema di fantascienza, ovviamente. Ma nel caso di Brizzi, ciò è ancora più grave, perché c'è la dichiarazione manifesta di aver voluto produrre una commedia sui nostri tempi. Si fosse trattato almeno di una commedia dell'assurdo, l'avremmo pure potuto perdonare! Ma Brizzi non è Verdone, e si vede.

Gli attori ne rimangono inevitabilmente schiacciati, con un De Luigi che si riduce a protagonista-interprete della pubblicità del detersivo in chiave sessuale, e con Filippo Timi che soffre un po' per questo vestito troppo strambo che gli hanno voluto cucire addosso.

(Ricordiamo anche i camei di Margherita Buy, Pasquale Petrolo ed Enzo Salvi, che fanno da cornice al tutto).

Per quanto concerne la cosiddetta sfida delle riprese in 3D, poi, così leggiamo dalle parole del regista:

"Secondo me i film andrebbero fatti tutti così, perché è la realtà a essere tridimensionale. Applicato alla commedia come nel nostro caso, credo che aiuti lo spettatore a ridere di più".

Ma si può ridurre un genere colto e sofisticato come la commedia a semplice stilema visivo? Forse c'era la speranza da parte degli autori che far uscire qualche coriandolo dallo schermo potesse aiutare lo spettatore a sganasciarsi dalle risate. Dino Risi e Mario Monicelli si staranno ribaltando nella tomba! Viva la leggerezza, soprattutto quella di pensiero.

Ultimo appunto, Brizzi ha chiesto a Patty Pravo se volesse creare un brano per la colonna sonora del film, e la cantante più plastificata d'Italia ha detto di sì: Com’è bello far l’amore”, il nuovo singolo in rotazione su tutte le radio, è disponibile ora in vendita in contemporanea con l’uscita del film.

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claudia mastro alle 18:26 del 15 ottobre 2016 ha scritto:

tirificante! Brizzi perde colpi come i capelli: no ha mai avuto entrambi, ed ora è ancora peggio!