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7/10

Clown regia di Jon Watts

Horror
recensione di Eva Cabras

Per festeggiare il compleanno del figlio, l'agente immobiliare Kent deve travestirsi da clown. In una delle villette che sta tentando di vendere trova un antico costume, lo indossa e rallegra la festa del piccolo Jack. I problemi iniziano quando il protagonista tenta di togliere il costume e scopre che una maledizione secolare sta per abbattersi su di lui.

Nella placida vita di Kent non c'è niente di turbolento. Un lavoro stabile, moglie incinta, un bambino piccolo che sta per festeggiare il suo settimo compleanno e la tranquillità tipica della calma che precede la tempesta. Le premesse di Clown, film prodotto dal paladino dell'horror moderno Eli Roth, ci fanno lentamente sprofondare nel disfacimento fisico e morale del suo protagonista. Nel momento in cui Kent indossa il costume trovato in un vecchio e polveroso baule sappiamo che qualcosa andrà storto e infondo infondo ce lo auguriamo. Quando il buono per eccellenza si trasforma in cattivo senza speranza si crea infatti il perfetto corto circuito dell'identificazione e il risultato è un film coinvolgente e stuzzicante, sebbene privo dei pruriginosi momenti da "salto sulla sedia" che lo spettatore superficiale potrebbe aspettarsi. La trasformazione di Kent nel mostro deforme delle leggende del Nord è lenta e graduale, ci accompagna senza fretta nella sua personale discesa agli Inferi dalla quale naturalmente è destinato a non fare più ritorno.  A occuparsi di soffocare nel sangue il demone mangia-bambini c'è il classico duo composto dall'eroe e dal suo aiutante, in questo caso la moglie di Kent e il fratello del precedente proprietario del costume.

Il declino di Kent verso la metamorfosi è ben studiata e rappresentata. I gorgoglii dello stomaco che chiede carne d'infante, i piedi che si allungano, i capelli che si arricciano, tutti elementi puttosto evocativi ma che strizzano costantemente l'occhio alla gag, creando un ottimo equilibrio tra body horror e ironia. Il confine tra la rassicurante figura del pagliaccio e l'orrore del divoratore di bimbi è labile in Clown ed è uno dei suoi maggiori punti di forza. Altro elemento di merito è l'utilizzo di effetti speciali artigianali, che dicono no alla computer grafica e si riappropriano della genuinità del trucco, rendendo il film più "sporco" e viscerale, letteralmente. Cinque alto anche per la colonna sonora, fatta di musiche discrete e suggestive nei momenti giusti, capace di procurare brividi di disagio anche senza i classici picchi d'audio che solitamente si accompagnano ai momenti più drammatici. In sostanza, Clown è un buon film, che esplora il tema del pagliaccio assassino da un nuovo punto di vista, utilizzando una sapiente regia e la giusta dose di suspance. Non ci saranno quindi momenti in cui avrete voglia di vomitare o di tapparvi gli occhi, non urlerete per lo spavento improvviso ma sarete lentamente calati nel dramma della devastazione di un corpo e di una mente, con attimi di genuina pelle d'oca come nella notevole sequenza del parco giochi. Il sangue non manca e vengono mangiati dei bambini, cosa volete di meglio?

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