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6/10

Chi è senza colpa regia di Michael R. Roskam

Noir
recensione di Gloria Paparella

Bob Saginowski è un ex criminale di Brooklyn che gestisce un bar insieme a suo cugino Marv. Il locale però è il centro di un sistema illecito per rifornire di denaro i gangster locali. I sui tentativi di condurre una vita normale con la sua ragazza e un cucciolo di pit bull salvato dalla strada si infrangono quando rimane coinvolto in una rapina andata male.

Basato sul racconto breve “Animal Rescue” di Dennis Lehane, Chi è senza colpa è l’ultima apparizione cinematografica di James Gandolfini, celebre boss della serie I Soprano. Qui l’attore interpreta Marv, che gestisce un bar di Brooklyn insieme a suo cugino Bob (Tom Hardy), un ex criminale che cerca di vivere una vita normale: ma il locale è al centro di un sistema illecito per rifornire di denaro i gangster locali. E così il tentativo del ragazzo di rifarsi una vita insieme a un cucciolo di pitbull salvato dalla strada si infrangeranno.

La pellicola, diretta da Michael R. Roskam rivela come ogni persona ha dentro di sé un passato oscuro e dissimulato: il personaggio di Bob, apparentemente innocente e talvolta goffo, si scopre essere un ex criminale, rivelando così la sua vera natura. Se la figura del pitbull, rappresenta la sua voglia di ricominciare, il suo “lato buono”, man mano che la pellicola scorre si capisce che quest’uomo, un semplice barman, nasconde un passato buio e malavitoso.

Il film è un noir, un’opera d’atmosfera in cui emergono il degrado suburbano e la criminalità endemica (in particolare quella di stampo russo) di Brooklyn; si patisce, comunque, l’eccesiva dilatazione di un breve racconto, quello di Lehane, in un lavoro cinematografico di quasi due ore che forse non gli rende completamente giustizia. Nel cast, oltre all’ottimo Tom Hardy e al supremo caratterista James Gandolfini, anche Noomi Rapace.

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Voto degli utenti: 5,5/10 in media su 2 voti.
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Davide Di Legge (ha votato 5 questo film) alle 12:46 del 20 settembre 2016 ha scritto:

Troppo debole in tutto il suo sviluppo, tutto già visto e purtroppo prevedibile. Un po' una reiterazione di stilemi e scenari già assaporati più e più volte. La fotografia claustrofobica e l'ambientazione notturna insieme alle prove degli attori (Rapace la migliore) non riescono ad elevare la pellicola. (5,5)