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R Recensione

8/10

Caffè regia di Cristiano Bortone

Drammatico
recensione di Claudia Mastro

tre storie incentrate sul caffé, la sua distribuzione e le sue conseguenze: Renzo, da Roma, cerca lavoro in quanto esperto del caffé nella citta del caffé per eccellenza (Trieste), finendo perà magazziniere e provetto rapinatore, Fey scopre cose sulla sua stessa fabbrica di caffé che non si aspettava, ma riesce a ribaltare il dramma a suo favoree senza dirtuggere la sua coinvoltissima famiglia, Vincent e Ahmed, punti opposti della stessa città belga ma con molte più cose in comune di quanto ci si possa -e possano loro stessi- aspettare.

 

l'aspirazione di moltissimi cineasti, d'esperienza o no, è il racconto corale a più strati: di ancora più persone è la paura che ciò si risolva in tre storie appiccicate in una, più che di una declinata in tre. Caffè supera abbastanza questa buca, grazie a un occhio a Babel e a uno a Traffic, ma con una spinta totalmente personale, professionale e, anzi, volendo, più spiccata bene dei suoi potenti predecessori. Nessun vizio  italiano traspare infatti dai centrati episodi cinesi e belga; al massimo -soprattutto il primo- , plagiati da buffe riprese di ispirazione spottistica (la scena dell assaporazione del caffè di Fey sembra proprio una pubblicità) e da qualche crane, cosa che, per quanto stramba che sia, non si può certo dire degli evidenti americanocentrici e cartoline-obsessed episodi non americani delle opere già citate (sopratttutto il matrimonio messicano di Babel).

Buonissime le prove attoriali: Dario Aita sembra avere il potere di modificare anche le provi altrui, è una bilancia di precisione, anzi l'ago di una bilancia di precisione. Ottimo anche Michael Schermi, ma la vera novità 2016 è un Ennio Fantastichini controllato. L'incastro tra i tre racconti è riuscito alla perfezione, tant'è che è difficile definire quale sia il migliore ,vista anche la perfetta sincronia e sintonia uno con l'altro, ma quello belga è una chicca non male, incentrato sul bisogno sempre più crescente che c'è di recuperare la prospettiva sulle cose che accadono a noi e intorno a noi. Gli altri due sono più racconti morali, quasi di totalmente opposto indirizzo.

Bello e nuovo. Fotografia ispirata da tour de force. Meritevole e consigliato.

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