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7/10

Big Significant Things regia di Bryan Reisberg

Commedia
recensione di Valentina Di Martino

 

A 26 anni, Craig (Harry Lloyd) pare avere una buona vita. Ha stabilità nel lavoro, una famiglia di sostegno e sta per iniziare un meraviglioso nuovo capitolo con la sua ragazza: comprare insieme una casa e convivere. Con questi grandi cambiamenti di vita all'orizzonte, quale occasione migliore per mentire alla propria fidanzata in modo da poter andare a fare un viaggio in giro per l'America?

 

Il film si apre con l'inquadratura del più grande secchio di sidro del mondo. Ecco.

Una mia prima piccola nota personale. Sono rimasta molto colpita poiché uno dei miei sogni è di compiere un viaggio a zonzo per l'America tracciando un percorso che segua queste inutilissime attrazioni, come per esempio la palla di spago più grande del mondo. Esistono guide specifiche per farlo, quindi capirete che sin dalla prima immagine, questo film mi ha catturata.

Il protagonista si fa immortalare davanti al secchio di sidro più grande del mondo e sorride e sembra sereno, un uomo in vacanza.

Ma questo viaggio, diventa chiaro in fretta per lo spettatore, è solo un viaggio per prendere tempo, mettere in pausa la propria vita da quelle che saranno responsabilità definitive. Craig, il protagonista continua a fare cose, che come dice lui stesso, non avrebbe mai fatto nella propria vita e mai farà più. Già solo il viaggio in solitaria, comprare e bere alcolici con adolescenti e partecipare ad una festa di sconosciuti per lui sono atti di totale ribellione verso tutto, verso la fidanzata che da sola sta cercando di dare un inizio alla loro vita di coppia.

La fidanzata in tutto il film appare solo come una voce al telefono, fiduciosa e sicura che il proprio compagno voglia ciò che vuole anche lei. Ma la compagna di Craig non è la sola voce incorporea del film, infatti, il protagonista chiama spesso anche il fratello che cerca di coinvolgere nel proprio viaggio, con risultati negativi. La ricerca forzata di libertà di Craig, si contrappone a suo fratello con famiglia, in un tiro alla fune che cerca di riportare il ragazzo ad una dimensione prestabilita dalla normalità.

Altro protagonista è un dj chiamato Glenn Hollis che presenta una trasmissione radiofonica di richieste musicali e consigli d'amore e che Craig segue ogni notte durante la guida. Alla fine, si rivolgerà anche a lui, per sbrogliare la matassa di sensi di colpa e paura nella sua testa ma, in pieno spirito sociale del 2014, si ritroverà ad affrontare i pareri del pubblico – scena veramente molto carina.

Un film on the road con un ritmo lento ma mai noioso e personaggi – pochi, davvero pochi – che sospingono in maniera discreta la narrazione. In particolare la finlandese che non sorride mai, Ella interpretata da Krista Kosonen, ammalia il protagonista e allo stesso tempo lo fa svegliare di colpo e capire che un errore potrebbe costargli davvero troppo.

Azzeccata la colonna sonora con canzoni da urlare a squarciagola con il finestrino abbassato 

In definitiva un film incompleto quasi, con tanti bei spunti di humor e disincanto ma anche di troppi sentimenti accennati e non approfonditi che mi hanno lasciato un respiro a metà.

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