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6/10

Batman v Superman: Dawn of Justice regia di Zack Snyder

Fantascienza
recensione di Riccardo De Franco

Dopo la battaglia di Metropolis contro il generale Zod, l'umanità non sa come reagire di fronte alla presenza di Superman, il semidio venuto da Krypton.Tra i più scettici non vi è soltanto il malefico magnate Lex Luthor, ma anche Bruce Wayne, il quale decide di affrontare l'alieno nei panni di Batman. Dopo anni di battaglie e perdite a Gotham City, l'uomo pipistrello è disilluso e logorato nell'animo, e la sua intenzione è uccidere quella che ritiene una minaccia senza precedenti per il mondo. Lo scontro sarà duro per entrambi i supereroi, e chi ne uscirà vincitore dovrà affrontare un avversario ancora più temibile.

“L’alba della giustizia”. In fondo era già tutto lì nel titolo l’inghippo. Man Of Steel 2 non è mai stato annunciato ufficialmente, ma in realtà è proprio dalle sue ceneri che è nato Batman v Superman: Dawn Of Justice, il primo crossover cinematografico tra personaggi DC Comics. La giustizia è il riferimento alla Justice League of America, la super-squadra formata dai migliori eroi della casa editice, e l’alba è il ruolo di questo film: un lungo, denso e macchinoso prologo per quei Justice League parte 1 e parte 2 già in produzione.

I risultati non completamente soddisfacenti di Man Of Steel avevano convinto la Warner Bros. a bruciare le tappe per recuperare terreno sulla concorrenza, la quale era avanti anni luce come gestione delle licenze e profitti guadagnati. E lo hanno fatto con la scelta più ovvia e banale: rispolverare prematuramente il personaggio prediletto dal pubblico e inserirlo nella trama, corretta per assecondare sviluppi corali.

I Marvel Studios avevano fatto la stessa identica cosa con Iron Man 2, con risultati a dir poco disastrosi che a quanto pare non sono serviti da monito. Il nuovo film di Zack Snyder è incredibilmente ambizioso, per una pellicola che in 150 minuti vorrebbe, in ordine: portare a termine la sotto trama del precedente film, introdurre un nuovo protagonista e approfondire il precedente, sviluppare nuovi personaggi, aprire la strada ad altri film basati su questo universo, parlare di complotti e politica, trasporre diversi cicli fumettistici famosi. Troppo materiale per un film solo, troppi snodi per un unico sceneggiatore, troppi grattacapi per un solo regista, e si finisce per non vedere portato a termine nessun percorso.

La pellicola si apre con un preludio intenso che mostra segni di evidente maturità nella regia di Snyder, che come cineasta spesso manca del senso della misura. Però già in quei primi dieci minuti si notano primi segni di sbilanciamento, perché se mostrare la catastrofica battaglia di Metropolis da un altro punto di vista rispetto a quello di Man Of Steel è una scelta brillante, intervallarla con l’ennesima, pomposa riproposizione delle origini di Batman non lo è altrettanto, soprattutto se aleggiano ingombranti paragoni: la scoperta della Batcaverna è sì rappresentata in maniera molto precisa nei fumetti, ma Snyder non ci prova neanche a discostarsi dalla messa in scena che aveva adottato Christopher Nolan nel suo Batman Begins.

E a tal proposito la figura dell’uomo pipistrello e la fotografia del film sono indicativi di come il regista ormai non nasconda più la sua preferenza nei confronti del personaggio creato da Bob Kane e Bill Finger. Batman ottiene spesso un ruolo dominante nella trama e le sue azioni sono molto più enfatizzate rispetto a quelle di Superman. Di conseguenza gran parte della pellicola è pervasa da filtri scuri e desaturati - che già avevano suscitato qualche perplessità nel precedente film – in un costante alternarsi di crepuscoli e notti, al punto che ci si chiede se la storia non sia ambientata interamente nella cupa Gotham City.

In tutto questo ne esce svilita la figura di Superman. Se non si può parlare di vero e proprio spreco, l’utilizzo altalenante e poco incisivo dell’ultimo figlio di Krypton è un peccato madornale perché diversi momenti di quest’opera lasciavano intravedere enormi potenzialità drammaturgiche; il rapporto conflittuale tra la razza umana e questa divinità venuta da un altro mondo era il tema cardine, e alcune sequenze ponevano magnificamente l’accento sulla questione. La sceneggiatura però lascia scivolare via tutto in maniera superficiale e al personaggio viene concesso solo nel finale un quarto d’ora di gloria. Un po’ poco in un kolossal di due ore e mezzo che porta anche il suo nome nel titolo.

Henry Cavill non sembra convintissimo nella parte, ma tra il copione di Chris Terrio – la cui prova opaca dimostra che un premio Oscar vinto al primo colpo non fa miracoli – e la direzione di Snyder pare non ci fosse molto spazio di manovra all’infuori del trittico “aria afflitta, sguardo torvo, broncio”. L’alchimia con la Lois Lane di Amy Adams al contrario funziona bene, e la love-story non cade in derive troppo smielate (errore commesso nel primo capitolo).

E Ben Affleck? Il tanto vituperato nuovo Batman è stato al centro delle discussioni nerd degli ultimi due anni. Alla prova del nove Batfleck, come simpaticamente rinominato dalla rete, non dà soddisfazione né a chi ha detestato la sua scelta fin dall’inizio, né a chi lo aveva già incoronato miglior Batman di sempre: per chi cerca il paragone a tutti i costi, questa interpretazione staziona a metà, sotto le vette di Michael Keaton e Christian Bale, e sopra il fondo toccato da Val Kilmer e George Clooney.

Per chi invece sa bene che anche in questi film le prove attoriali non si possono ridurre a meri confronti, Affleck crede molto nel ruolo e in alcune sequenze l’impegno traspare. Se siete tra coloro che in questo progetto intravedevano l’ennesimo passo della sua presunta rinascita artistica, dovrete rendevi conto dei limiti espressivi che l’interprete non riesce proprio a superare. Dalla sua ha sicuramente la presenza scenica, se non fosse che la perfetta somiglianza fisica con il personaggio cartaceo non è fattore primario nella riuscita di una trasposizione, per quanto fin troppi siano ingenuamente convinti del contrario.

Sia nei panni di Bruce Wayne che di Batman gioca a sfavore lo sguardo bonaccione che l’attore non riesce sempre a scrollarsi di dosso, e il costume (furbescamente ricreato da uno dei fumetti più amati dal fandom,) intimorisce principalmente quando illuminazione e sottofondo musicale fanno gli straordinari.

A fare bella figura è il personaggio di Wonder Woman. Sottovalutata un po’ da tutti, per via del curriculum non esaltante nonché del suo esile fisico, la modella israeliana Gal Gadot si difende bene: nel pirotecnico scontro finale, in piena tenuta da guerriera, svetta persino su Superman, mentre Batman non è pervenuto; se con questo film volevano convincerci che il Cavaliere Oscuro al cinema può essere credibile anche di fronte a minacce interplanetarie, la strada è ancora tutta in salita.

La guerriera amazzone sottolinea un altro anello debole: il suo azzeccato tema musicale, grintoso e accattivante, è l’unico che rimane impresso. La collaborazione tra Hans Zimmer e Junkie XL doveva permettere al compositore tedesco di approfondire il lavoro svolto su Superman e allo stesso tempo di non doversi confrontare nuovamente con Batman (che aveva già trattato nella precedente saga), ma a pellicola conclusa tocca constatare che i brani dedicati al kryptoniano sono un ri-arrangiamento poco ispirato delle melodie di Man Of Steel. Junkie XL invece riesce nell’impresa di mancare un tema memorabile (o anche lontanamente riconoscibile) per il Cavaliere Oscuro, che continueremo ad associare ancora a lungo agli epici accompagnamenti di Danny Elfman e di Zimmer.

Al netto dei difetti più o meno evidenti finora elencati, Batman v Superman aggrava la sua situazione con un fattore cruciale: il suo non curarsi minimamente del pubblico estraneo ai fumetti. Nei film di Snyder ciò è accentuato dal suo modus operandi che agisce sia a livello visivo che narrativo.

In merito al primo punto le sue trasposizioni ricreano in maniera ossessiva sequenze ed estetica di tavole e vignette. Folte schiere di appassionati oggi esasperano la diffusione di questo trend, nella convinzione che garantisca adattamenti di qualità o che denoti un'approfondita conoscenza delle fonti; convinzione contraddetta da numerose trasposizioni live-action che senza un’adeguata reinterpretazione visiva risultano essere ibridi posticci a metà tra cinema e videogioco, ben lontani dalla potenza visiva delle tavole illustrate.

Sul fronte narrativo Batman v Superman, più dei suoi lavori precedenti, rischia di non coinvolgere appieno chi non ha alle spalle determinate letture pregresse: in questo senso il film non lesina nel mostrare sequenze, sotto trame e indizi che risulteranno incomprensibili ai più, sensazione amplificata da un montaggio scriteriato che crea lacune vistose nello sviluppo delle interazioni tra i protagonisti.

L’intrattenimento proposto da questo kolossal metterà a dura prova il grande pubblico. Il ritmo non dà facili appigli a chi si aspetta immersione immediata e tempistiche di un tipico film di supereroi – aspetto non negativo di per sé – e l’umorismo quasi inesistente lascia spazio solo a toni grigi e atmosfere drammatiche. Forse anche per la preoccupazione di riuscire a vendere un film così atipico e sbilanciato la campagna promozionale aveva spudoratamente anticipato tante scene clou e risvolti della trama. Quanto riuscirete a godervelo sta alla vostra sensibilità stabilirlo, ma in ogni caso non aspettatevi una visione liscia e scorrevole.

V Voti

Voto degli utenti: 5,3/10 in media su 4 voti.
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Slask 6/10
B-B-B 4/10

C Commenti

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swansong (ha votato 6 questo film) alle 10:59 del 31 marzo 2016 ha scritto:

Condivido molto quanto scrivi nella tua bella recensione Riccardo. Sono sostanzialmente d'accordo con te nell'individuazione dei pregi e difetti del film che, nel complesso e nonostante l'imponente (forse troppo) durata, ne fanno un prodotto godibile. Ho preferito senz'altro la prima parte, più cupa e suggestiva, rispetto alla seconda tirata troppo per le lunghe soprattutto nelle sequenze d'azione. Aggiungo che mi hanno deluso parecchio gli effetti speciali e la mimica(quasi comica e per inquietante) del mutante negli scontri finali. Secondo me avrebbe meritato nella recensione almeno un accenno il personaggio interpretato da Jess Eisenberg, forse un po' sopra le righe, ma che pare essere l'unico a credere veramente in quello che fa e che ruba a mani basse la scena agli altri due imbambolati protagonisti.

Slask, autore, (ha votato 6 questo film) alle 2:26 del 2 aprile 2016 ha scritto:

Ciao, grazie per il commento.

Godibile lo è, specialmente se come ho scritto si conoscono abbastanza bene i personaggi e certe dinamiche tipiche dell'universo DC. Però anche tanto amaro in bocca per il gran film che poteva essere e non è stato.

E hai ragione su Luthor/Eisenberg, ho tagliato la parte su di lui perchè la rece stava diventando troppo prolissa. Comunque l'attore dalla sua non ha colpe, è il personaggio che era scritto in modo un po' anomalo.

tramblogy alle 9:09 del 2 aprile 2016 ha scritto:

bellino il primo tempo, poi bisogna cambiare il pubblico spettatore e far sedere sulle poltrone bimbi di 8 anni.....w la mamma

swansong (ha votato 6 questo film) alle 16:30 del 4 aprile 2016 ha scritto:

Difatti!

Sono andato con mio figlio di 8 anni che nel primo tempo non stava fermo un attimo e nel secondo è rimasto incantato a bocca (semi)aperta..il papà, invece, a momenti si addormentava...:_)