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4/10

Assassin's Creed regia di Justin Kurzel

Azione
recensione di Ivana Mette

Grazie ad una tecnologia rivoluzionaria in grado di sbloccare i ricordi genetici, Callum Lynch sperimenta le avventure di Aguilar, suo antenato della Spagna del XV secolo, scoprendo così di discendere da una misteriosa società segreta, gli Assassini. Accumulando conoscenze ed incredibili abilità, Callum sarà in grado di sfidare una potente e crudele organizzazione Templare dei giorni nostri.

Assassin's Creed è sicuramente uno dei peggiori adattamenti cinematografici tratti da videogiochi di quest'anno. Con Warcraft - L'inizio si sperava che il 2016 avesse già rilasciato la sua dose di cattivo gusto, ma a quanto pare ha deciso di chiudere in bellezza con gli assassini, lasciando in Italia, al 2017 il peso di aprire la sua stagione con un titolo che altro non è se non un film pop-corn scarso e inconcludente del gioco della Ubisoft. A mettere in scena tale distruzione di mistero e interesse è Justin Kurzel, che già lavorò con Michael Fassbender e Marion Cotillard nel Macbeth del 2015. Il candidato all'Oscar Michael Fassbender è il protagonista e produttore del film, insieme ai premiati quanto sprecati Jeremy Irons e Marion Cotillard. Performance altamente discutibili, messe in scesa su personaggi scritti male e piatti come un foglio di carta. Forse l'attore ha speso troppo per passare gran parte del film a farsi sorreggere in aria da un braccio meccanico, strumento scientifico il cui effettivo funzionamento è blandamente spiegato nel corso della storia. Zero gravità  come zero pathos. Avrebbe dovuto farci esultare il fatto che con qualche sbattimento qua e la noi riuscissimo a tornare indietro di più di 600 anni e di vivere la vita di un nostro avo. Peccato che l'effetto ottenuto non sia lo stesso. Sicuramente, l'interesse si manifestato alla scelta di un cast non certo di poco conto, che tutto avrebbe dovuto portare sullo schermo tranne un prodotto scarso e incoerente come quello che invece è stato. Ma si sa, spesso i premi non fanno l'attore, e spesso pure i più grandi fanno cilecca. Basti pensare a un Al Pacino in Jack e Jill per intenderci. Ma per fortuna qui il risultato non è a quei livelli di degrado. Chissà, magari dando un po' più di presenza scenica a Brendan Gleeson e Charlotte Rampling, le cui apparizioni possono essere facilmente definiti cameo, si sarebbe risollevato un po' l'ago della bilancia. Ma questo non ci è dato saperlo. Si è puntato sulla qualità, ma non si è saputo come usarla, e tutto ciò che di potenzialmente ottimo si era messo in gioco, è venuto fuori come palesemente scadente. Assassin's Creed è narrativamente scostante, per nulla chiaro e spesso illogico, ricco di elementi superflui e inutili nello sviluppo narrativo o dei personaggi. Presenta alla base un prodotto di massa che è conosciuto ampiamente anche dai non giocatori e che ha venduto e conquistato fasce di età ben lontane dall'adolescenza. Dalla stessa casa produttrice del videogioco ci si aspetta senz'altro qualcosa che regga il confronto, anche se c'è sempre da considerare che gli ultimi tre videogame hanno visto un calo drastico in toto. Forse le due cose sono collegate? Più scade il gioco e più il film è scadente? Meglio brancolare nel buio. Il film si apre con un wall text scorrevole in bianco e nero il quale spiega come gli Assassini combattano i Templari per la biblica Mela dell'Eden. Incipit che già di per se lascia sbigottiti oltre che ampiamente confusi. E di fatti, lo stesso protagonista, fondamentalmente, passerà l'intero film a cercare di capire questo concetto. Perchè, uno si può chiedere? Anche questo non ci è dato sapere. Semplicemente è un dato di fatto, e di base c'è poco da capire, ma Fassbender fonda gran parte della storia del suo personaggio, Callum Lynch, sulla comprensione di questo arcaico e criptico mistero. Fondamentalmente è come se Buffy, l'Ammazza Vampiri passasse le sue intere 7 stagioni a capire cos'è un vampiro. Ma non divaghiamo. l personaggio principale, Callum Lynch, un assassino (è un'analogia forse?) nel braccio della morte per un reato mai spiegato, il quale tuttavia non aumenta la nostra curiosità su un uomo che tra le altre cose tenta la via del sarcasmo andando a sbattere inevitabilmente contro un muro; ha un alterego, Aguilar, sosia antenato del 15 ° secolo vissuto in Spagna. Entrambi interpretati da Michael Fassbender, a cui va il merito di aver realizzato le sue due peggiori performance nello stesso film. Call è il classico protagonista passivo che non capisce nulla, ma tenta sempre di farlo, e che nulla fa per l'intero film se non tentare di apparire un tipo tosto,fino all'upgrade finale insensato che lo trasforma in uno pseudo Oliver Queen, Freccia Verde per intenderci, che avendo davanti a se, guarda caso, solo arco e frecce, a petto nudo e non potendoselo ormai più permettere (il tempo passa Michael!) sbaraglia i nemici con mosse imparate nei quaranta cinque minuti precedenti. Il personaggio di Aguilar si riduce soltanto in un tizio incappucciato che combatte fra una carrozza e un tetto per motivi di discutibile interesse, cercando, fra l'altro, di salvare un bambino per circa 15 min di film, la cui utilità si risolve essere nulla. La trama? Molto semplice: Cal è salvato dal braccio della morte da Sofia, Marion Cottillard, che lavora presso la misteriosa organizzazione Abstergo, e ha bisogno di Call, perchè, attenzione, Abstergo è un ramo aziendale dei Cavalieri Templari, i quali vogliono porre fine al libero arbitrio, e per farlo hanno bisogno di trovare l'artefatto conosciuto come la Mela dell'Eden, perchè la Mela dell'Eden detiene il "codice genetico del libero arbitrio". Perchè...? Non si sa. E una volta che Abstergo ottiene la Mela dell'Eden la useranno per distruggere il libero arbitrio. Perchè? Non si sa. E Cal discende da una delle ultime persone (Aguilar) a detenere la Mela dell'Eden, e Abstergo ha una macchina in grado di utilizzare i dati genetici di Cal per accedere ai ricordi dei suoi antenati morti da secoli, e la macchina trasforma quei ricordi in ologrammi, e se Sofia guarda Cal rivivere la vita di Aguilar allora gli ologrammi le mostreranno il luogo dove si trova la Mela dell'Eden in modo che il libero arbitrio possa essere distrutto. Ora tutto ha un senso. Riassumiamo dunque la trama: un estenuante loop senza prospettiva alcuna e senza sensatezza alcuna. Questo lascia perplessi. La back story è essenziale quanto nefasta per l'intero film. Si propone di dare delle risposte quando, al contrario impone ancora più domande e incertezze. Assassin's Creed si basa sull'errata convinzione che la trama sia l'elemento più importante di un film e di un blockbuster e lo è, o almeno dovrebbe esserlo, ma così non è in questo caso. In una produzione cinematografica in cui l'elemento portante deve essere visivo, la trama deve rimanere lineare e semplice, senza intrecci che possano precluderne la comprensione e mettano sul tavolo interrogativi a cui non si trovano risposte e che non ne stimolano neanche la ricerca. Ma è anche vero che il problema fondamentale di questo filmè  la sceneggiatura. Spesso è troppo sbarellata come sbarellati sono i salti avanti e indietro nel tempo. La storia non cattura lo spettatore e i personaggi sono insignificanti. Anche i combattimenti non riescono a coinvolgere pienamente perchè tengono tutto a freno e dove dovrebbero andare a premere e rendere il film un po' più attivo e intrigante, vanno a spegnersi e sfocarsi in un ombra. Sembra tutto studiato, come lo stesso finale, che lascia aperta la possibilità di un sequel in caso di successo al botteghino. Speriamo solo che in quel caso, un eventuale secondo film riesca ad avventurarsi fuori dai confini dell'enorme buco nero impostoci e di raccogliere i pezzi perduti di questo primo inizio.

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