A Decent Man regia di Micha Lewinsky

Si tratta della tipica storia da film drammatico italiano affrontata però con un ingrediente particolare, il fatalismo calvinista, pare infatti che non abbia importanza quanto il protagonista si impegni nel bene o nel male tanto comunque le cose dovranno andare in un certo modo, che forse non è quello che più lo spettatore si aspetta. Il tutto è corredato da un’estrema cura della fotografia virata ai toni del grigio e dell’azzurro come il cielo, la neve e gli occhi vivi del protagonista, persi in balia del destino “il buffone della sorte”.  Purtroppo un pizzico di humour, anche nero, in più non avrebbe guastato, la pellicola infatti che all’inizio sembra in bilico tra dramma e commedia, sceglie il dramma: peccato perché la storia nel suo evolversi diventa assurda e sovraccarica, tanto che solo i toni della commedia avrebbero potuto tenerla in sesto, forse anche con dei grandi risultati. Ed è qui proprio che più ci ricorda tanto cinema italiano contemporaneo che non sa dosare bene gli ingredienti tra dramma e comicità, che era invece la qualità più famosa della commedia all’italiana.