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R Recensione

8/10

3 Generations regia di Gaby Dellal

Drammatico
recensione di Irene Coluccia

 

Ray/Ramona (Elle Fanning) è un’adolescente in transito per diventare un ragazzo. Sua madre single, Maggie (Naomi Watts), la nonna Dodo (Susan Sarandon) e il padre biologico della ragazzina si trovano a fronteggiare la trasformazione di Ray, al fine di comprenderne la sua vera identità.

 

All’alba di una nuova luce di (in) comprensione circa il mondo LGBT  in particolare sulla transizione M/F F/M, il film della regista britannica Gaby Dellal si esplicita con chiarezza e onestà. La decisione di Ramona è stata già presa, a dir la verità Ramona altri non è che uno sbiadito personaggio del passato; la forza giovanile di Ray la offusca, la distrugge. La Dellal indaga tutte le ambiguità e le difficoltà di accettazione, questa volta in una famiglia che di tradizionale ha ben poco: la nonna Dodo, riscopertasi lesbica dopo il matrimonio e la nascita della figlia, convive con la stessa compagna da anni, Maggie (Naomi Watts) è una madre single, lo stesso Ray è figlio di due padri, senza però lasciar intendere che questa “anomali” possa in qualche modo aver influenzato la sua sessualità: attraverso dei dialoghi serrati, dolci e amari, comici a volte, la Dellal ricostruisce il percorso che porterà la famiglia di Ray ad accettare non il nuovo sesso del giovane, ma la sua felicità.

In senso estetico, molti sono gli elementi del film atti a costruire questo percorso, scheletro ma non fine ultimo della narrazione: uno su tutti, lo spazio scenografico. La stessa Dallal, infatti, parlando ai nostri microfoni, ha confermato che, dovendo ambientare il film a New York, una città da lei poco conosciuta, ha preferito concentrarsi sugli spazi interni, mentre le inquadrature in esterna restano primissimi piani riflessivi e a tratti claustrofobici. La casa nella quale le tre generazioni vivono è un insieme caotico di piani, scale, stanze e vetri, atti a rappresentare il complicato disegno di affetti e incomprensioni che corrono tra le tre donne. la Dellal dirige perfettamente le tre stars, con una Naomi Watts però decisamente più debole rispetto ai due estremi: Elle Fanning e Susan Sarandon sono qui estremamente concentrate sul ruolo e sulle trasformazioni fisiche e psicologiche che esso comporta. La casa, il corpo in trasformazione, il tentativo di adattamento delle donne, così diventa simbolo, segno sul corpo e sull’anima di Ray, di tutti coloro che si trovano nella sua situazione (“La natura le ha fatto uno  scherzo”), di tutti noi.

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